sabato 24 gennaio 2009

strana la vita...

Ciao!

Enry mi ha fatto "incontrare" con questa poesia...

Hai detto: “Per altre terre andrò, per altro mare.
Altra città, più amabile di questa,
dove ogni mio sforzo è votato al fallimento,
dove il mio cuore come un morto sta sepolto, ci sarà pure.
Fino a quando patirò questa mia inerzia?
Dei lunghi anni, se mi guardo attorno,
della mia vita consumata qui,
non vedo che nere macerie e solitudine e rovina”.

Non troverai altro luogo non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro.
Andrai vagando per le stesse strade.
Invecchierai nello stesso quartiere.
Imbiancherai in queste stesse case.
Sempre farai capo a questa città.
Altrove, non sperare, non c’è nave non c’è strada per te.
Perché sciupando la tua vita in questo angolo discreto tu l’hai sciupata su tutta la terra.
(Costantinos Kavafis)

Ma esiste anche la parabola dei chicchi di grano gettati dal contadino... Non tutti cadono sulla terra buona: alcuni finiscono sulla strada e seccano al sole, altri sul ruscello e marciscono. Quelli che sono sul terreno fecondo germogliano...

A me sembra di essere finita sull'asfalto, ma prima di seccare vorrei provare a dare un colpo di reni e spostarmi, trovando magari il MIO terreno. Io devo ancora sciuparla la vita e anzi non ne ho intenzione. E voglio provare a cambiare prima che la vita sciupi me, distruggendomi. La realtà che ho sotto gli occhi mi parla solo di vanità e mediocrità, rassegnazione e meschineria. Io ho ancora speranza e probabilmente utopia di poter trovare un giorno qualcosa di più mio. Un qualcosa che sta chiamando me nel mondo. E' una fatica, ma le cose belle arrivano così, non certo stando ad aspettare che loro ti raggiungano mentre sei comodo sul divano.
Se anche sarà inutile, pazienza, devo almeno averci provato. Devo almeno credere che quello che potevo fare l'ho fatto. Devo continuare ad avere l'illusione di avere almeno un po' di controllo sulla mia vita, un po' di potere e di libero arbitrio. Il destino non può governarmi e dirigermi in tutto, se no non sarei più un essere umano bensì una pianta. Io voglio vivere non vegetare.
Io ci provo. Io vado! :-)

Bye, Silvia

2 commenti:

Vale ha detto...

Bella la poesia, triste e speranzosa come piace a me

Anonimo ha detto...

e una lirica importante che ha segnato il corso della mia vita....
grazie di avela postata Si
kikko