mercoledì 27 febbraio 2013

Elezioni



Ciao!

Eccoci a commentare una "nuova" tornata elettorale! 

Intanto mi sorge spontaneo notare come il linguaggio si adegui alla metodica dell'informazione odierna... la quale, sfruttando i canali internet (con mio grande gaudio così per la prima volta non ho avuto la cassetta delle lettere invasa da carta straccia), è veloce e immediata. Così, dicevo, pure i partiti sono "spariti" ed esistono solo Bersani (leggi sinistra), Berlusconi (leggi destra) e Grillo (leggi... sovversivi? novità? speriamo bene?).
Se da un lato tutto ciò soddisfa le mie ambizioni ad un sistema di modello britannico o americano (un po' di qua e un po' di là e non se ne parli più), dall'altro è ingiusto nei confronti della storia politica del nostro paese. Così c'è chi si meraviglia ancora dell'elezione di Maroni in Lombardia, dimenticandosi che non è solo Maroni, ma soprattutto Lega Nord...

Ma detto ciò, torniamo alle politiche (adottando il linguaggio moderno...): Berlu ci ha infinocchiati ancora! E' un mago nelle campagne elettorali, questo bisogna ammetterlo! Ma bisogna pure riconoscere che la destra è tutt'altro che morta... Grazie anche a Bersani che, per cercare di smacchiare il giaguaro, si è dimenticato di proporre un programma elettorale convincente! Ma bisogna sempre riconoscere che la sinistra non propone nulla da decenni...
Quindi pare che l'unico vero vincitore, molto annunciato, sia Grillo e il suo movimento a 5 stelle! Ma bisogna in ogni caso riconoscere che, per la credibilità estera, se dopo un buffone mettiamo capo del governo un comico non è il massimo...

Detto ciò, mi auguro che ci possa essere la tanto agognata svolta... ma bisogna pur sempre notificare che il 75 per cento (cioè il resto tranne Grillo) restano sempre le solite vecchie facce... e iene politiche! 

Bye,
Sly

venerdì 8 febbraio 2013

Generazioni


Ciao!

Mi sono accorta solo ora, girovagando in google, di essere stata pubblicata su un notiziario periodico di un'associazione letteraria. Il testo è il seguente:
 


LA MIA GENERAZIONE
Classe 1973. Avrei voluto nascere 25 anni prima, per i fatti che leggo accaduti negli anni che ancora non c’ero, per gli avvenimenti che non ho capito negli anni in cui ero ancora troppo piccola, per il vuoto che c’è stato da un certo punto in poi nei valori e negli ideali del mondo.
Se fossi nata nel 1948…

Avrei fortunatamente evitato i disagi e gli orrori della seconda guerra mondiale. Sarei cresciuta in mezzo a manciate di fratelli e sorelle e cugini e zii e nonni! Oltre al sano divertimento in strade senza traffico e smog, avrei avuto occasioni, a scuola, in parrocchia, nelle organizzazioni giovanili, di scambiare idee politiche e non, ad un’età in cui quelle idee avrebbero avuto il tempo e il clima necessari per formarsi e crescere.
Le gesta di Ernesto Guevara e Fidel Castro avrebbero nutrito la mia adolescenza e la voglia di ribellione che ogni ragazzo ha in sé in a quell’età. Nel ‘67, alla morte del Che, avrei dato un volto e un nome al mio idolo. E che idolo!
Avrei assistito all’omicidio di alti ideali e impegni umanitari, simbolo dell’amore sincero dell’uomo verso l’uomo, con gli attentati a John Fitzgerald Kennedy, Martin Luther King, Malcom X… e a inutili morti e mutilazioni fisiche e mentali di giovani soldati, simbolo dell’odio stupido dell’uomo verso l’uomo, con la guerra del Vietnam.
Avrei potuto partecipare alle Olimpiadi! Che negli anni ‘60 non erano semplicemente sport, ma anche simbolo di lotta sana e pulita contro i soprusi della vita. Atleti di colore portavano davanti alle prime telecamere della televisione, e quindi davanti al mondo, la loro fierezza nera contro l’apartheid e contro la carcerazione del loro simbolo Nelson Mandela.
Avrei avuto 20 anni quando i moti studenteschi del ‘68 infuocavano le grandi città italiane e non solo! Un’età ancora così giovane per osare, ma sufficientemente matura per costruirsi una coscienza e un’ideologia, da portare avanti negli anni 70. Anni di politica in prima linea, di potere mafioso e di guerre tra cosche, anni di terrorismo, di omicidi e gambizzazioni da parte delle Brigate Rosse, di stragi con bombe alle stazioni, di picchetti e scioperi seri.

Quindi sarei entrata negli anni ‘80, e la musica elettronica e spensierata avrebbe fatto da colonna sonora a episodi che in vecchiaia avrei ricordato con nostalgia, perché le canzoni degli anni ‘60/’70/’80 non moriranno mai. Dei mondiali di calcio Spagna ’82 ricorderei tutta la gestione Bearzot e non solo la vittoria, e la figuraccia nel mondiale successivo…

Sarebbero stati i miei i miei primi 40 anni e forse avrei formato una famiglia con figli da strutturare a piccoli passi. Accompagnata da apparenti vittorie contro la mafia da parte di un pool di coraggiosi magistrati e giudici. Seguendo con fiducia il disgelo Usa/Urss ad opera di Reagan e Gorbaciov… un ex attore e un simpatico vecchietto!

Ma negli anni 90 avrei patito il crollo di tante speranze per cui si era combattuto nelle scuole, nelle strade e nelle sedi di partito: con la morte dei giudici Falcone e Borsellino per esempio, con gli Andreotti e i Cossiga da una parte, i Badalamenti e i Riina dall’altra (o forse erano nello stesso schieramento?), che continuavano imperterriti a fare il bello e il cattivo tempo distruggendo i nostri ideali con la stessa facilità con cui si sbriciola un grissino. Tutto sistemato e riordinato dal terremoto giudiziario “mani pulite”.

Mentre il mondo tremava sotto i colpi della Guerra del Golfo, che faceva ipotizzare un terzo conflitto mondiale, avrei assaporato amaramente il rumore degli aerei caccia che volavano nel cielo sopra la mia testa, pensando ai racconti ascoltati da piccina e rabbrividendo al pensiero che sarebbe potuto capitare anche a me quella cosa della guerra e dei rifugi anti atomici.
Invece sono nata troppo tardi, in quella generazione a metà tra l’esistenza fin troppo ricca di messaggi e avvenimenti e quella di adesso, completamente vuota di sogni e volontà. Quando mi informo su quegli anni che ho perso, leggendo o guardando cronache giornalistiche, mi sembra di aver mancato la mia occasione per stare lì in mezzo. Eppure… i miei genitori sono nati solo pochi anni prima e ho un grande amico che è nato nel 1948… perché non mi parlano mai di tutto questo? Una volta i vecchi amavano raccontare ai giovani della guerra, erano un diario parlante molto prezioso. Ora si è perso il desiderio del racconto e la voglia di ascoltare. Si è smarrito quel senso di complicità nello stare in famiglia, attorno ad un focolare con la speranza di tramandare e la sete di comprendere.

Classe 1973. Sono nata in mezzo a tutto questo. Generazione né protagonista, né indifferente. Una via di mezzo che, accomodante, viaggia tranquilla dentro a tutto, ma non conduce a niente. E adesso avrei 63 anni e una pensione…
Silvia Sly Borghi
13 ottobre 2011
Pubblicato da Penna d’autore nel 2012

Bye,
Sly

mercoledì 6 febbraio 2013

Aggiornamenti


Ciao!

Cari amici bloggerssssssssss!
Perdonate la staticità, la sterilità, ma anche la stitichezza che ultimamente contraddistingue questo bloggino! Purtroppo ho qualche problema tecnico... già l'informatica non è il mio forte, in più ultimamente i miei mezzi obsoleti mi stanno chiedendo di essere sostituiti...

In attesa di finanze adeguate all'uso (sigh!) potrete seguirmi nella mia pagina facebook

http://www.facebook.com/#!/pages/Sly-Borghi/118227641563463

che non è la stessa cosa, ma, essendo più accessibile alle mie limitate capacità, contiene qualche pensiero interessante e vi tranquillizza (o terrorizza) sul fatto che io sia ancora viva! Yuhu!!!

Bye,
Silvia