domenica 24 maggio 2015

Un secolo fa...

Ciao!

Il 24 maggio è una data tristemente famosa, ma quest'anno è particolarmente significativa in quanto sono passati cento anni dal 24 maggio più famoso: quello del 1915, quando i fanti passarono il Piave e l'Italia entro in guerra. La prima guerra mondiale.

Fa strano pensare che è passato un secolo... che ormai sono tutti morti comunque anche di vecchiaia, che ci restano "solo" le canzoni e i libri di storia. Fa strano pensare a quante generazioni si sono succedute, a quali altre guerre ci sono state, a come in questo secolo siano cambiati i mezzi e i modi del vivere, ma anche del combattere.

Io fin da piccola ho sempre sentito l'espressione "Ragazzi del '99", ci sono anche le vie cittadine dedicate ai ragazzi del '99... e poi la canzone del Piave che mormorava... Eppure la guerra è stata ben altro: morti, tanti morti, troppi morti, troppo giovani. Potremo forse solo lontanamente immaginare come poteva essere vivere a quei tempi. Speriamo di non dimenticarcelo mai del tutto.

Vabbé, il testo della canzone però lo devo mettere!

Il Piave mormorava,
calmo e placido, al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava
per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...

Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti!

S'udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero,
il Piave mormorò:
«Non passa lo straniero!»

Ma in una notte trista
si parlò di un fosco evento, 
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento...
Ahi, quanta gente ha vista
venir giù, lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto! 

Profughi ovunque! Dai lontani monti
Venivan a gremir tutti i suoi ponti!

S'udiva allor, dalle violate sponde,
sommesso e triste il mormorio de l'onde:
come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò:
«Ritorna lo straniero!»

  E ritornò il nemico;
per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico,
di lassù: voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora...

«No!», disse il Piave. «No!», dissero i fanti,
«Mai più il nemico faccia un passo avanti!»

Si vide il Piave rigonfiar le sponde,
e come i fanti combatteron l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò:
«Indietro va', straniero!»

 Indietreggiò il nemico
fino a Trieste, fino a Trento...
E la vittoria sciolse le ali al vento!
Fu sacro il patto antico:
tra le schiere, furon visti
Risorgere Oberdan, Sauro, Battisti...

Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'Impiccatore!

Sicure l'Alpi... Libere le sponde...
E tacque il Piave: si placaron l'onde...
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò
né oppressi, né stranieri!


Bye,
Sly