mercoledì 26 ottobre 2011

Super genitori



Ciao!

Ieri sera la trasmissione di Matrix su Italia 1 è stata dedicata a super Sic e alla sua prematura scomparsa. Mi aspettavo una classica cosa strappalacrime per fare audience con tanto di violazione del dolore. Invece no.
E' stato un aproccio molto rispettoso e vestito di decenza. Inoltre, i poveri genitori avevano più paura di restare da soli che di dover affrontare i giornalisti.

Vorrei elogiare questi genitori, perle rare per figli fortunati! Riporto uno "scambio" di battute avvenuto nelle interviste e negli interventi degli ospiti in studio.

Mamma di Marco: rifaremmo tutto pur sapendo come andrebbe a finire. La vita se non facciamo quello che ci piace diventa un rimpianto e Marco non avrà neanche un rimpianto.

Papà: forse se invece di tenere fino all'ultimo la moto la mollava.. ma gli ho insegnato ad essere un guerriero e chissà se ho fatto bene o male.. non so...

"Uno guerriero ci nasce, voi avete avuto il coraggio di assecondare la sua indole. Un genitore così non ha nulla di cui doversi incolpare, anzi!" (Agostini, pilota moto- De Adamich, pilota formula uno- Meda, telecronista moto gp- Morelli, psicologo)

E non pensiamo che sia difficile! Non è necessario essere genitori di un motociclista o di qualche altra spericolata passione per essere genitori generosi e bravi.

E ora salutiamo i morti, ma pensiamo ai vivi. E ricordatevi che noi stessi siamo i primi vivi a cui pensare.

Bye,
Sly

domenica 23 ottobre 2011

Ciao Sic



Ciao!

Poco più di un anno fa pubblicavo un post a seguito della morte in pista del giovane pilota Tomizawa

http://oceanomare1973.blogspot.com/2010/09/ciao-la-cosa-peggiore-per-un-genitore-e.html

Oggi mi ritrovo purtroppo a dover affrontare un analogo incidente che ha portato alla morte di Marco Simoncelli. GP di Sepang.
Pur confermando razionalmente ciò che scrivevo nel post dello scorso anno, questa volta il dolore ha fatto da protagonista. Non c'entra che era italiano, non c'entra che era giovane. Semplicemente per me era il Sic.

A me piaceva per com'era, anche per come agli altri - piloti e non - stava sulle scatole per il suo atteggiamento in pista. Lui aveva una guida arrogante, irriverente e apparentemente disordinata, che però a me piaceva tanto. Per quello che nascondeva, per la sana voglia e la giovane grinta da cui era generata.

Ci sono morti che più di altre ti fanno vedere come la vita ti sfugge dalle mani. Ci sono modi di morire che non rendono onore al modo in cui si è vissuto. Si può abbinare questa frase agli eroi, ma anche a chi - pazzo per natura o semplicemente tarato un gradino più in là - decide di vivere la vita sentendosi invincibile. E per un po' lo è stato.

Lo so che è difficile da capire, non si può sempre capire. E' una cosa che ti parte dentro e a fermarla è come morire ogni giorno da vivi.

Ciao Sic. Mancherai.

Bye,
Sly  

sabato 22 ottobre 2011

il valore



Ciao!

E' interessante osservare come l'idea di gruppo organizzato, che deve portare avanti un'ideologia (da quella sportiva a quella politica a qualsiasi altra di qulasiasi livello), sia oggi completamente estraneo alle logiche del gruppo stesso.

Si sente il bisogno di far parte di un gruppo perché si pensa di non farcela da soli, ma poi non si possiede il minimo di elasticità per adattarsi alle scelte che, giocoforza, non possono calzare per tutti a pennello.
Si critica tutto e tutti, ma non ci si mette mai in prima linea per dare un senso pratico alle nostre illazioni.

Siamo orsi che non sanno stare da soli, siamo deboli che non accettano una guida, siamo invidiosi che non sanno rischiare.
Le rivoluzioni si fanno con un capo carismatico, certo, ma che egli stesso per primo va incontro alla morte per poi pretenderla dai propri uomini.

Blateriamo che lo stato qua e lo stato là, con il telecomando in una mano e la birra nell'altra.
Non approvo, ma accetto l'opinione di chi sostiene che il Che fosse un povero illuso "e infatti guarda com'è finito", ma pretendo allora che chi la pensa così la smetta di fare polemica sterile. O combatti o taci. Senza pensare che combattere sia solo violenza e morte: però senza pretendere che combattere non comporti sofferenza.

Bye,
Sly
  

lunedì 17 ottobre 2011

ape cross



Ciao!

Se 15 anni fa mi avessero mostrato un filmato dicendo "Questa sarai tu a 40 anni, avrai fatto questo, questo e questo" non ci avrei creduto! Perciò ora non pongo limiti al mio futuro, non mi meraviglio più di nulla e mi aspetto sempre di tutto.

Ma quando nel giro di 40 giorni la mia auto si rompe due volte e la vedo tristemente trasportata da un carro attrezzi, mi dico che la sfiga dovrebbe avere un limite, la meraviglia è diventata giramento di zebedei e mi aspetterei una benedizione divina!

Voglio l'ape cross che si alimenta a coca cola... feroce... :-)

Bye,
Sly

lunedì 10 ottobre 2011

...è un po' come sputare via il veleno...urlando contro il cielo!

Ciao!

Ho preso a prestito una frase della canzone del Liga per questo post... che non sarà né allegro né spensierato, ancor meno leggero. Più che altro serve a me.

Quando scrivo il veleno e i suoi effetti sono già diventati passato. Quando scrivo è come sputare il veleno appena tolto dalla ferita e sto già meglio. Una reazione propositiva, un tentativo di costruire (seppur con le parole), una rabbia che trova sfogo verso l'esterno e nell'aria si disperde: tutto ciò è buono.

Ma prima. Prima ci sono il male e il dolore, spesso così muti e sordi.
Spesso così soli.
Quanto si può stare male? Qual è il limite tra la disperazione e la pazzia? Tra la rabbia e la confusione? Tra lo smarrimento e la rassegnazione? Tra la debolezza e la sconfitta?

Quante lacrime fermate nella gola. Quante tossine di impotenza, di impazienza e di incomprensione in giro per il corpo.

In foto il tramonto di questa sera. Odio l'inverno.

Bye,
Sly

venerdì 7 ottobre 2011

Fame e follia

Ciao!

Ieri è morto Steve Jobs, il padre della Apple. Aveva 56 anni ed era malato da tempo. Una sua frase famosa è: "SIATE AFFAMATI, SIATE FOLLI!"

Proprio in questi giorni, per motivi personali, mi chiedevo di quanta fame io necessiti per poter essere folle. Perché la mia fame è immensa, il disagio ancor di più, eppure la follia che desidererei manca. Quel passo che mi porterebbe ad una probabile fame di cibo, ma anche ad una probabile sazietà culturale e spirituale, non mi viene così facile.

Facile è esortare gli altri, provare con la rete di salvataggio, fingere chissà che impresa sapendo che il rischio era tutto cacolato o limitato a piccoli dolori in caso di insuccesso. Facile è lasciar passare la vita sperando che ti porti lei qualcosa, senza andarsela faticosamente a prendere.

Ho fame. Sarò folle. Spero.

Bye,
Sly