Ciao!
Jesi oggi era vuota.
Jesi oggi era fredda.
Le sue strade ostili,
le sue finestre chiuse.
I muri voltati dall'altra parte al mio passaggio.
O forse è sempre stato così. Daltronde lo dicevi sempre anche tu che non c'era più nulla di vivo nella tua città.
Sono tornata e mi sono accorta che non avevo ricordi di nulla dei luoghi, che la paura di rivederli era come la paura del buio. Fantasmi immaginati, che appena accendi la luce non ci sono più.
Ma io ho dei ricordi: le mie sensazioni ambientate su momenti. Squarci di serate tra le strade di Jesi, dove tu non c'eri, ma io ti avrei voluto. Tanto.
Ma tu a Jesi non ci sei mai stato. Tu eri con me nelle colline di Ostra, in riva al mare sotto i dirupi del Conero, dentro le grotte di Frasassi, nella musica dell'Umbria Jazz nelle piazze di Perugia.
Solo una casuale piccola camminata notturna ci ha visti affiancati in chissà quali strade di periferia. E poi l'addio, quando mi tirasti buca.
Oggi Jesi è una città delle Marche senza un motivo.
Oggi a Jesi ho acceso la luce e i fantasmi se ne sono andati.
Ma poi, tornando, tra le colline variegate che si perdono a vista d'occhio, sei tornato tu. E quella sensazione che non mi abbandona da anni quando ti penso e non ci sei e mi fa capire che mi mancherà sempre qualcosa.
Bye,
Silvia
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