martedì 23 giugno 2015

Quando un libro parla...



Ciao,
non è facile che un libro mi faccia commuovere, questo ci è riuscito. Di seguito la recensione.

SONO MAMADOU di Daniele Benvenuti

Quando Daniele Benvenuti, scrupoloso e prolifico giornalista e scrittore, mi chiese di partecipare con un mio contributo a questo libro, non avevo ben compreso la figura di Mamadou Sy. Che era un pugile e che era venuto a mancare troppo giovane l’avevo capito, ma leggendo l’intero libro ho scoperto un mondo di amicizia, aiuto reciproco, riconoscenza e tanto tanto cuore.
Si dice che i friulani siano freddi. Si dice che la boxe sia uno sport cruento. Si dice che i clandestini siano il problema dell’Italia. Mamadou e la sua storia riescono a farci capire quanto si possa e si debba andare oltre ai luoghi comuni, riscoprendo un cuore e un sorriso in ogni anima e in ogni situazione.
Difficile non commuoversi leggendo la sua storia, raccontata con maestria e colore da Daniele, in un tributo emotivamente dovuto perché fortemente voluto, e che si estende a tutte quelle persone che, aiutando Mamadou, hanno scommesso nell’amore e hanno vinto.

Il Nostro, come viene spesso chiamato dall’autore, è un ragazzo senegalese, che a diciotto anni decide di raggiungere l’Italia in uno dei tristemente famosi barconi. Ce la fa e vi entra da clandestino, scegliendo Trieste come punto di partenza e restandoci poi per i successivi otto anni. Dopo varie peripezie, tra cui anche qualche decreto di espulsione, arrivano i primi aiuti da parte di una famiglia triestina, di un dentista e di altre buone anime. E arriva anche l’aiuto dello sport, con la boxe e la palestra Audace. L’animo di Mamadou lo si può leggere nel suo fantastico sorriso. Il ragazzo diventa fratello, amico, figlio, ricambiando senza riserve ogni fiducia in lui riposta.
Purtroppo a soli ventisette anni, per una banale caduta, Mamadou ci lascia. Ma di lui resta tutto nei cuori di coloro che lo hanno conosciuto. E anche di quelli che leggeranno questo libro, ne sono certa.

Mi è piaciuta l’idea di Daniele di far, in un certo senso, continuare a vivere Mamadou nel racconto finale, regalandogli qualcosa che avrebbe apprezzato e che a tutti noi avrebbe fatto piacere accadesse. Un match di boxe che, si sa, può parafrasare una vita intera.

Vi consiglio di leggere questo libro: perché è scritto bene, perché ci sono tante cose belle da conoscere e capire, perché i proventi andranno all’associazione Mamadou Sy e alla famiglia del ragazzo facendo sì, in qualche modo, che il suo sorriso non si spenga.


Sly

Ciao Mamadou!

Bye,
Sly

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