mercoledì 6 luglio 2011

i libri chiamano, i libri sanno e te lo spiegano...

Ciao!

Riporto un pezzo del libro "Emmaus" di Baricco. Così com'è, senza alcun commento. I libri di Baricco devi leggerli quando ti chiamano e quando ti chiamano vuol dire che hai bisogno di una coccola, ma anche di uno strazio. Una di quelle lavate di spirito che sembrano fare un male cane, ma poi riparti bello pulito ed è meglio di prima...

Nei Vangeli c'è un episodio che amiamo molto, come il nome che porta, Emmaus. Qualche giorno dopo la morte di Cristo, due uomini camminano per la strada che conduce alla cittadina di Emmaus, discutendo di ciò che è successo sul Calvario, e di alcune voci, strane, di sepolcri aperti e tombe vuote. Si avvicina un terzo uomo e domanda loro di cosa stanno parlando. Allora i due gli dicono: Come, non sai nulla delle cose accadute a Gerusalemme?
Quali cose? lui chiede, e si fa raccontare. I due gli raccontano. La morte del Cristo e ogni cosa. Lui ascolta.
Più tardi fa per andarsene, ma i due gli dicono: E' tardi, resta con noi, è già sera. Possiamo mangiare insieme e continuare a parlare. E lui resta con loro.
Durante la cena, l'uomo spezza il pane, con tranquillità, con naturalezza. Allora i due capiscono, e riconoscono in lui il Messia. Lui sparisce.
Rimasti soli, i due si dicono: Come abbiamo potuto non capire? Per tutto il tempo che è stato con noi, il Messia era con noi, e noi non ce ne siamo accorti.

Ci piace la linearità - quanto è semplice la storia. E come tutto è reale, senza fronzoli. Non fanno che gesti elementari, necessari, tanto che alla fine il disparire del Cristo sembra un fare scontato, quasi una consuetudine. Ci piace la linearità, ma non basterebbe a farci amare così tanto quella storia, che invece amiamo così tanto, ma per un'altra ragione ancora, questa: in tutta la storia, ognuno non sa. All'inizio Gesù stesso sembra non sapere di sé, e della sua morte. Poi loro non sanno di lui, e della sua resurrezione. Alla fine si chiedono: come abbiamo potuto?
Noi conosciamo quella domanda.
Come abbiamo potuto non sapere, per così tanto tempo, nulla di ciò che era, e tuttavia sederci alla tavola di ogni cosa e persona incontrata sul cammino? Cuori piccoli - li nutriamo di grandi illusioni, e al termine del processo camminiamo come discepoli a Emmaus, ciechi, al fianco di amici e amori che non riconosciamo - fidandoci di un Dio che non sa più di se stesso. Per questo conosciamo l'avvio delle cose e poi ne riceviamo la fine, mancando sempre il loro cuore. Siamo aurora ma epilogo - perenne scoperta tardiva.

Bye,
Sly 

2 commenti:

Anonimo ha detto...

meno male che anche Baricco qualche volta scopre l'acqua calda. Prima o poi l'importante è arrivarci. L'affermazione che Dio conosce solo sè stesso, poi, è esemplare: praticamente conosce tutto, perché Lui è tutto e tutto in lui si riassume. Benvenuto!

Babbuz

oceanomare ha detto...

...sei tu che dubiti delle IMMENSE qualità del MIO Baricco! :-)