Tratto dal mio ultimo libro... Dedicato a G.
Era luglio del 2001: stagione di sole e vacanze, di novità e cose belle. La mia boccata d'aria dopo una lunga apnea. I miei ventotto anni, che per certi versi già pesavano come quaranta. L'ho conosciuto che non me l'aspettavo, l'ho vissuto che non ci credevo, l'ho perso e non capisco ancora come ho potuto. Era come una tela bianca da colorare, tela della migliore qualità: ho avuto paura di rovinarla, non ho creduto di essere all’altezza. Pensavo di non saper disegnare abbastanza bene, non mi sentivo ancora capace d'amare. Quando ho creduto in me, ormai era troppo tardi. Grazia e strazio del mio cuore, ricordo e rammarico, desolazione e rabbia del mio spirito. Confronto dapprima e quindi scontro nelle nostre parole, spesso solo scritte, purtroppo, dopo quel settembre 2001.
Non se ne va più: quando piove, quando ritorna il freddo, quando qualcuno decide di non volermi bene o non abbastanza... io sento che non se n’è andato. Gli eventi importanti accaduti nel mondo nei giorni in cui lui mi portava fuori a vedere il tramonto o a parlare fissandomi negli occhi facendo raffreddare il cibo guardandomi... ogni anno li rievocano ed io sento una fitta al cuore. Perché abbiamo avuto paura di noi?
L'estate 2001 è stata quella del G8 di Genova dove morì Giuliani, quella dell' 11 settembre con l'attacco terroristico alle Torri Gemelle. Giudicatemi insensibile ed egoista: per me è stata l'estate di Nicola.
Oggi, 10 anni fa, conoscevo G. Potrà sembrare paranoico, potrà sembrare inutile. Non importa quel che sembra. Io so cos'è. Se non avessi vissuto più per causa sua sarebbe grave, ma non è stato così. Ho vissuto più di prima e con maggior consapevolezza. Mi è mancato in ogni cosa che ho fatto. E se non era lui, ma l'idea di lui... poco conta. Missing u...Bye,
Sly
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