lunedì 7 novembre 2016

Referendum


Ciao!

Prende sempre più piede il tema del referendum imminente. Devo dire che, dopo parecchi anni in cui ho deciso di non esercitare il mio diritto di voto, questa volta ero quasi tentata di presentarmi al seggio con la mia bella scheda elettorale (bella in quanto mai usata e ancora nuova). La tentazione è durata poco: passo anche questo turno!

E’ vero che ormai abbiamo muratori che sono espertissimi di trading on line, ma è anche vero che poi vengono a farti la malta e dopo un anno ti ritrovi i buchi… Cosa voglio dire con questo? Che io cittadino pago tasse con il mio lavoro e con i miei acquisti per stipendiare delle persone che al mio posto dovrebbero rappresentarmi nel sistema politico, persone che dovrebbero essere oneste, serie e competenti in materia, così da affrontare e prendere decisioni mirate su argomenti tecnicamente specifici. Perché mai queste persone ora mi devono trascinare ad un referendum al posto loro? Cosa ne so veramente io, muratore-architetto-sarta-bancario-commessa-disoccupato-immigrato, a cosa effettivamente vado incontro con l’abolizione del senato?

Io capisco i referendum sul divorzio, sull’aborto, sulla droga, sulle mezze stagioni, ma un referendum che mi va a modificare un elemento inviolabile come la Costituzione Italiana non lo trovo onesto. Sembra tanto, sembra eh…, uno scaricare una futura eventuale colpa di comportamenti ambigui dei suddetti politici su un popolo manovrabile e manovrato, per poi poter dire “L’hai votato te!”.

E’ sufficiente leggere le motivazioni di chi vota no: mica perché la riforma non gli aggradi, ma solo perché l’ha proposta quel Renzi là, che poi arriveremo ad un’altra dittatura!  Io non dico mica che non sia possibile, che ne so, in un secolo e mezzo di unità d’Italia han fatto tante di quelle cose assurde alle nostre spalle! Ma se un sì o un no ad un referendum deve somigliare ad un voto di sfiducia al governo in carica… lo fai fare ad un gregge di pecore? Che ti vota sì o no a seconda dello stupido bonus che hai dato ai diciottenni se ne ha in famiglia, se no il problema non si pone. Siamo sinceri, noi italiani siamo così.

E poi sento persone riempirsi la bocca di locuzione come “Votare è un dovere!” e se gli chiedi allibito “Dovere???” ti rispondono “Sì, dovere morale!”. Gente che si sveglia solo nel weekend del referendum, poi la moralità e l’etica vanno a  finire sotto i tacchi (e qua potremmo aprire un dibattito infinito su cosa sono poi morale ed etica, ma evitiamo).
Come dite? E’ ora di svegliarsi? E’ ora di essere persone serie e responsabili? Cominciate dalle vostre vite, dai rapporti umani di tutti i giorni, dal vostro lavoro e da come lo vivete. La dignità non si costruisce votando sì o no ad un referendum nel quale ci hanno incastrato. La dignità non si costruisce partecipando solo alle battaglie che riguardano i nostri problemi e quelli degli altri li liquidiamo con un “poveretto”.

Poi sia chiaro, rispetto chi andrà a votare e anche rispetto chi si sente orgoglioso di questa opportunità. Rispetto per chi, al di là delle regolette, delle frasi fatte, di ciò che legge su internet, si fa una propria idea, anche “sbagliata”, anche inesatta, anche balorda, ma una propria idea e la porta avanti, anche attraverso il referendum. Anche.

Prima di chiudere, vorrei aprire una parentesi: i tempi cambiano, è giusto evolversi e se guardiamo la storia evoluzione c’è stata. Con molta fatica in un paese come il nostro ancorato, aggrappato, abbarbicato al vecchio, peggio di una cozza allo scoglio. Avremmo potuto evolverci di più e meglio se solo fossimo stati più coraggiosi. E non mi sto riferendo ad un votare sì o no, mi sto riferendo ad un atteggiamento tutto italiano con cui purtroppo abbiamo e dovremo sempre fare i conti, Europa o non Europa. Perciò, non si capisce perché un canone Rai me lo trovo in bolletta senza referendum e senza particolari proteste, ma un cambio sostanziale e tecnico della costituzione debba essere deciso su basi emotive di persone impreparate ed esauste.

Bye,

Sly

p.s. le idee espresse in questo post sono idee personali, probabilmente frutto di conoscenze sbagliate e pertanto si accettano giustificate critiche, anche al fine di correggere tali idee in quanto errate, non in quanto diverse dalla vostre.

2 commenti:

leoluigi101@gmail.com ha detto...

Quella del "SI" al referendum ha l'aria di un gioco d'azzardo, una specie di roulette russa con un taburo del revolver pieno di proiettili inesplosi. La Costituzione non è un tabù intoccabile. Può essere cambiata, ma l'istituzione del referendum deve essere utilizzata per mutamenti seriamente pensati, soppesati e valutati in tutte le possibili conseguenza. Le riforme non possono essere l'alibi per un cambiamento a scatola chiusa. Le riforme, se si vuole veramente, si fanno, compatibilmente con le disponibilità di bilancio, e certe istituzioni, come l'intero apparato amministrativo e burocratico dello Stato, si possono far funzionare, se si vuole, con un sano, legittimo e deciso esercizio del potere. Soprattutto, se si vuole tutti insieme. E qui il "tutti insieme viene meno", prorio in occasione di un referendum divisivo, sulla cui riuscita o sul cui fallimento puntano partiti e partitini, come a un tavolo da gioco, una folla di personaggi più o meno puliti ed affidabili della politica e del suo sottobosco. Un "lascia o raddoppia" che mi lascia francamente perplesso e anche indignato, se penso il futuro del Paese viene affidato a espressioni di voto popolare, anche di gente che sicuramente verrà comprata, o che ha manifestato chiaramente per radio e TV la propria assoluta ignoranza e il proprio più completo disinteresse in fatto di riforme. Buona fortuna Italia. Io, per quanto mi riguarda, voto NO.

oceanomare ha detto...

Giusta analisi, purtroppo per il nostro paese...