giovedì 15 dicembre 2016
Medioevo moderno
Ciao!
Siamo un paese retrogrado, siamo all'età della pietra. Un paese che ogni anno a Natale va in tilt perché gli uffici hanno troppo personale in ferie (in compenso a novembre ce n'è troppo che cazzeggia), che va in tilt a Natale per consegnare un pacco ordinato su internet in tre secondi e preparato dal fornitore in poche ore, che ogni anno a Natale va in tilt perché lavorare la domenica e le feste è sfruttamento e poi trovi gente che come buoi al giogo lavora quindici ora al giorno.
E' stupido, è ignorante, è inutile questo stile di vita che dovrebbe trovare nella tecnologia un aiuto e invece trova solo i social per vomitare veleno e dopo continua a vivere di trasporto su strada o di orari di apertura dei negozi e degli uffici che se uno che lavora ci deve andare deve prendersi un permesso.
Un paese dove il tasso di disoccupazione, specialmente giovanile, aumenta sempre più e nel frattempo lavoratori sessantenni stufi si distruggono con straordinari non pagati. Un paese dove la laurea non si consulta con l'esperienza nei luoghi di lavoro, un paese che non risponde mai degli errori commessi, che scarica barile fin dove può e infine si eclissa.
Eravamo più avanti nel medioevo, tenuto conto dei mezzi a disposizione...
Bye,
Sly
sabato 3 dicembre 2016
Le librerie
Ciao!
Oggi sono entrata in una libreria di marca, aperta da poco in un paese non molto grande e a pochi metri da un'altra libreria indipendente che esiste da parecchi anni. Quest'ultima, a gestione familiare, anche una bella libreria, tenuto conto del contesto. Già mi chiedo, però, quanto sopravviveranno se la libreria nuova a pochi metri spara in vetrina cartelli orbitali con scritto "sconto 50%"... Sarà anche giusto il libero mercato, ma a me lascia sempre più perplessa. Libero mercato e libero arbitrio. E libere cadute di stile. Ecc.ecc.
Ma torniamo a quello che voleva essere l'argomento del mio post: le librerie, ma soprattutto i libri in esse contenuti ai giorni nostri.
Mi è caduto l'occhio sul libro di Bebe Vio, atleta parolimpica di tutto rispetto.
Il primo pensiero è stato che escono i libri ancora prima dei fatti, quasi. Infatti molti libri sono pure scritti prima in attesa che qualcuno, che ne so, schiatti. E quindi mi chiedo: quando una cosa accade ieri e oggi, se non dopo poche ore, c'è già il libro... che valore letterario può avere? Non era sufficiente un articolo di giornale di quelli scritti con professionalità, s'intende, per passare il messaggio?
Il secondo pensiero è stato: sicuramente non l'ha scritto lei, ma uno dei tanti ghost writers... perché esistono i ghost writers? Non è giusto che non compaia nemmeno il nome in una misero risvolto di copertina! Perché non si deve citare chi ha scritto, spesso pure bene, tutto il tomo pur riportando pensieri e parole del protagonista? Perché questo svendersi pur di lavorare e queste "truffe" ideologiche pur di svendere?
Il terzo pensiero è sorto quando, dopo aver terminato il giro e aver sfogliato un volantino, ho visto che la maggior parte dei libri costava 18,00 euro. Libri completamente diversi fra loro, per genere e per livello di autore e per confezione. Come si fa, nell'era di internet e nell'era della crisi, ad aprire ancora librerie sperando abbiano un futuro facendo costare i libri 18,00 euro??? Come si fa ad aprire librerie, vendendoci testi per lo più idioti che se li chiami libri i libri si rivoltano nella tomba, che di libro hanno solo la forma e farli pagare 18,00 euro???
Purtroppo mi rendo conto che se ci sono è perché la platea di intelligentoni che esiste al giorno d'oggi compra quelle robe là. Ma a me piacerebbe che ci fossero librerie e librai coraggiosi, che capissero che bisogna ricostruire una cultura e un senso della cultura, proponendo Libri che la maggior parte di noi non si sarebbe nemmeno mai sognata l'esistenza, ma che nascondono mondi infiniti e bellissimi! Mi piacerebbe che chi può diffondere cultura, lo facesse estraneo alle logiche di un mercato ormai tristemente al ribasso di valori e che proprio da lì ripartisse una nuova energia di rinnovamento.
Ma, si sa... il libero mercato... la libera ignoranza...
A proposito: nella zona con in cartelloni riportanti la scritta "sconto 50%" ho trovato una bellissima raccolta di Testi dello Sciamanesimo siberiano e centro asiatico, che mi ha ripagato del tempo perso. Chissà se il libraio, quando mi ha battuto il prezzo, si è capacitato di aver esposto un libro del genere. E sarà ancora sorpreso che qualcuno glielo abbia comprato! :-)
Bye,
Sly
sabato 26 novembre 2016
HASTA LA VICTORIA SIEMPRE, FIDEL!
Ciao!
E' morto Fidel Castro.
E' facile per molti superficiali fare i conti solo con l'uomo che è stato per sessant'anni Lider Maximo, dimenticandosi dell'uomo che prima ha organizzato la rivoluzione. Quella stessa a cui Che Guevara, tanto idolatrato, si è aggregato e ha dato un immenso contributo. Ci sarà sempre qualcuno a cui è stato tolto qualcosa, qualcuno che ha dovuto subire un sistema, anche in modo cruento, e che ora purtroppo esulta.
Si deve anche riuscire a ragionare da cubani o da resto del mondo: non si può valutare una bella Cuba quella di Batista solo perché si poteva andare lì da stranieri e andare a cubane dalla mattina alla sera. Uno stato va prima valutato per chi ci vive. Chi siamo noi stranieri per esprimere cotanti giudizi solonici???
Ma ricordiamoci bene delle cose basilari:
- la rivoluzione cubana è partita da Fidel Castro.
- il comunismo puro è irrealizzabile, bellissima ideologia, ma nei fatti irrealizzabile
- un comandante, un governante, un capo, un Lider avranno sempre delle decisioni impopolari da prendere per qualcosa o qualcuno (l'alternativa sarebbe continuare a fare i guerriglieri senza prendere il comando, come ha fatto il Che, ma c'è bisogno di comandanti, di governanti, di capi, di Lider, che lo si ammetta o meno, c'è bisogno)
- la rivoluzione cubana è partita da Fidel Castro.
- il comunismo puro è irrealizzabile, bellissima ideologia, ma nei fatti irrealizzabile
- un comandante, un governante, un capo, un Lider avranno sempre delle decisioni impopolari da prendere per qualcosa o qualcuno (l'alternativa sarebbe continuare a fare i guerriglieri senza prendere il comando, come ha fatto il Che, ma c'è bisogno di comandanti, di governanti, di capi, di Lider, che lo si ammetta o meno, c'è bisogno)
Pertanto onore a questo grande rivoluzionario e uomo di stato, onore ad una figura che ha fatto la storia con coraggio e, perché no, anche con degli errori o delle apparenti incongruenze.
Hasta la victoria siempre!
Bye,
Sly
lunedì 21 novembre 2016
A muso duro
Ciao!
Spesso, troppo spesso, incontro ragazzi, o giovani uomini e donne, che affrontano la vita a muso duro. Che si tratti di cose particolarmente impegnative o di normale routine, c'è sempre questo atteggiamento di forza, di prevaricazione. Si capisce che non è dovuto a cattiveria pura, ma semplicemente ad una convinzione acquisita che gli altri debbano sempre fregarti e tu debba necessariamente disarmarli prima.
Mi piacerebbe che insegnassimo ai nostri figli la dolcezza, invece. Che non è arrendevolezza, che non è sottomissione. Anzi, è disarmare senza aggredire per poi poter iniziare un dialogo.
Mi piacerebbe che insegnassimo ai nostri figli a non attaccare, per non essere contrattaccati in un'inutile battaglia di intenti sterili.
Mi piacerebbe che insegnassimo ai nostri figli che le uniche armi che vediamo impugnare dal nostro "nemico" sono quelle del nostro pregiudizio nei suoi confronti.
Mi piacerebbe che insegnassimo ai nostri figli che nessuna arma può ferirci se siamo forti davvero, ma forti davvero ci rende solo l'amore vero e incondizionato. E l'onesta emotiva.
Ci vuole coraggio ad insegnare ai propri figli tutto questo, in un mondo che viaggia in altro senso, ma se ne avessimo almeno un po' ci accorgeremmo che quel coraggio abbatterebbe le montagne, i muri, il tempo e lo spazio.
La vita non chiede di essere affrontata a muso duro, ma con dolcezza.
E ironia :-)
Bye,
Sly
lunedì 7 novembre 2016
Referendum
Ciao!
Prende sempre più
piede il tema del referendum imminente. Devo dire che, dopo parecchi anni in
cui ho deciso di non esercitare il mio diritto di voto, questa volta ero quasi
tentata di presentarmi al seggio con la mia bella scheda elettorale (bella in
quanto mai usata e ancora nuova). La tentazione è durata poco: passo anche
questo turno!
E’ vero che ormai
abbiamo muratori che sono espertissimi di trading on line, ma è anche vero che
poi vengono a farti la malta e dopo un anno ti ritrovi i buchi… Cosa voglio
dire con questo? Che io cittadino pago tasse con il mio lavoro e con i miei
acquisti per stipendiare delle persone che al mio posto dovrebbero
rappresentarmi nel sistema politico, persone che dovrebbero essere oneste,
serie e competenti in materia, così da affrontare e prendere decisioni mirate
su argomenti tecnicamente specifici. Perché mai queste persone ora mi devono
trascinare ad un referendum al posto loro? Cosa ne so veramente io,
muratore-architetto-sarta-bancario-commessa-disoccupato-immigrato, a cosa
effettivamente vado incontro con l’abolizione del senato?
Io capisco i
referendum sul divorzio, sull’aborto, sulla droga, sulle mezze stagioni, ma un
referendum che mi va a modificare un elemento inviolabile come la Costituzione
Italiana non lo trovo onesto. Sembra tanto, sembra eh…, uno scaricare una
futura eventuale colpa di comportamenti ambigui dei suddetti politici su un
popolo manovrabile e manovrato, per poi poter dire “L’hai votato te!”.
E’ sufficiente
leggere le motivazioni di chi vota no: mica perché la riforma non gli aggradi,
ma solo perché l’ha proposta quel Renzi
là, che poi arriveremo ad un’altra dittatura! Io non dico mica che non sia possibile, che
ne so, in un secolo e mezzo di unità d’Italia han fatto tante di quelle cose
assurde alle nostre spalle! Ma se un sì o un no ad un referendum deve
somigliare ad un voto di sfiducia al governo in carica… lo fai fare ad un
gregge di pecore? Che ti vota sì o no a seconda dello stupido bonus che hai
dato ai diciottenni se ne ha in famiglia, se no il problema non si pone. Siamo
sinceri, noi italiani siamo così.
E poi sento persone
riempirsi la bocca di locuzione come “Votare è un dovere!” e se gli chiedi
allibito “Dovere???” ti rispondono “Sì, dovere morale!”. Gente che si sveglia
solo nel weekend del referendum, poi la moralità e l’etica vanno a finire sotto i tacchi (e qua potremmo aprire
un dibattito infinito su cosa sono poi morale ed etica, ma evitiamo).
Come dite? E’ ora
di svegliarsi? E’ ora di essere persone serie e responsabili? Cominciate dalle
vostre vite, dai rapporti umani di tutti i giorni, dal vostro lavoro e da come
lo vivete. La dignità non si costruisce votando sì o no ad un referendum nel
quale ci hanno incastrato. La dignità non si costruisce partecipando solo alle
battaglie che riguardano i nostri problemi e quelli degli altri li liquidiamo
con un “poveretto”.
Poi sia chiaro,
rispetto chi andrà a votare e anche rispetto chi si sente orgoglioso di questa
opportunità. Rispetto per chi, al di là delle regolette, delle frasi fatte, di
ciò che legge su internet, si fa una propria idea, anche “sbagliata”, anche
inesatta, anche balorda, ma una propria idea e la porta avanti, anche
attraverso il referendum. Anche.
Prima di chiudere,
vorrei aprire una parentesi: i tempi cambiano, è giusto evolversi e se
guardiamo la storia evoluzione c’è stata. Con molta fatica in un paese come il
nostro ancorato, aggrappato, abbarbicato al vecchio, peggio di una cozza allo
scoglio. Avremmo potuto evolverci di più e meglio se solo fossimo stati più
coraggiosi. E non mi sto riferendo ad un votare sì o no, mi sto riferendo ad un
atteggiamento tutto italiano con cui purtroppo abbiamo e dovremo sempre fare i
conti, Europa o non Europa. Perciò, non si capisce perché un canone Rai me lo
trovo in bolletta senza referendum e senza particolari proteste, ma un cambio
sostanziale e tecnico della costituzione debba essere deciso su basi emotive di
persone impreparate ed esauste.
Bye,
Sly
p.s. le idee espresse in questo post sono idee personali, probabilmente frutto di conoscenze sbagliate e pertanto si accettano giustificate critiche, anche al fine di correggere tali idee in quanto errate, non in quanto diverse dalla vostre.
sabato 15 ottobre 2016
Ciao Sigi mio!
Ciao!
Una settimana fa è
venuto a mancare uno dei miei canini, uno dei fondatori de I GIGI’SS. Il
piccolo, biondo, vecchietto Sigi’smondo, detto Sigi, ha deciso che non ce la
faceva proprio più e ci ha salutati.
Sigi è entrato
nella mia vita due anni e tre mesi fa, quando ho deciso di andare in un canile
e portare a casa un cane non più giovane. Ormai alla fine del giro delle gabbie, Spaz (l’altro
mio canino, con me da quando è cucciolo e ora ha tredici anni e mezzo) e io ci siamo
ritrovati davanti ad un recinto con varie bestiole tra cani e gatti. Erano
tutti accorsi alla rete per farsi “portare via”… ma in fondo… con un’andatura
un po’ balenga, passo calmo e cadenzato, con espressione da filosofo, si
avvicinava un canino biondo. Lo guardavo con la coda dell’occhio, finché ha
raggiunto la rete e in modo molto discreto ha allungato pure lui il musetto, ma
un po’ frastornato da tutta la confusione. E io me ne sono innamorata!
Così Sigi, di almeno quattordici anni e dalla dentatura malmessa, cataratta e sordità, artrite e Alzheimer,
è venuto a casa con noi! E quando il giorno dopo è arrivato anche il gattonzolo
Gino, abbiamo formato ufficialmente I GIGI’SS!!!
Per quanto a mente
fredda possa dire che non è semplice accudire un animaletto anziano e non è
nemmeno facile metterne d’accordo tre di carattere e vite vissute differenti,
devo anche dire che a me è sembrato tutto così talmente “facile”! Probabilmente
perché così doveva essere, così doveva andare, o forse perché l’amore che ci ho
messo e quello con cui sono stata ricambiata è talmente tanto, che non poteva
che andare tutto per il meglio!
Ci sono tante cose,
mie personali, che nel rapporto con Sigi si sono manifestate e per cui non
smetterò mai di ringraziarlo per esserci stato! E se mi manca immensamente è
proprio perché ci siamo scambiati tutto quello che potevamo, senza rimorsi e soprattutto
senza rimpianti. La penultima notte e l’ultimo giorno sono stati molto
lamentosi, si calmava solo quando lo tenevo in braccio. Poi ha fatto una notte
tranquilla dormendo e alla mattina ha aspettato che mi alzassi e lo prendessi
in braccio per guardarmi, ascoltare un po’ della sua canzone che gli cantavo e
lasciarsi andare. Ci siamo detti un sacco di cose in quel momento, ma soprattutto ci siamo abbracciati forte, un abbraccio come una stretta di mano, come un "bel lavoro, ben fatto!".
E’ tremendo come
manchi quel cosino biondo che avrà pesato tre chili da bagnato, che non
abbaiava mai se non quando stavo preparandogli la pappa per lo scatoletta day,
che non saltava e correva in giro per la casa come gli altri due, ma se ne stava
sempre sul suo cuscinone. Ma che seguiva ogni mio movimento, che mi uardava come se avesse visto la madonna, che mi si piazzava ai piedi e mi difendeva dai bruti e cattivi... La casa ora sembra vuota e troppo silenziosa,
troppo ordinata. E quella candelina che gli accendevo di notte perché potesse
ritrovare la cuccia continua ad essere accesa nella notte, perché Sigi sappia
che se vuole tornare noi siamo qui ad aspettarlo…
Bye,
Sly
p.s. e comunque il nostro guerriero ha deposto le armi nella giornata del guerrigliero eroico! Sapevatelo! :-)
sabato 1 ottobre 2016
STORIE VAGABONDE concorso letterario - IV edizione
Ciao!
Eccoci giunti alla quarta edizione della mia creatura! Il concorso letterario STORIE VAGABONDE! E quindi, come da tradizione, ecco a voi il bando! Yuppi!
CONCORSO LETTERARIO
“STORIE VAGABONDE”
Quarta edizione - bando
Concorso
gratuito di racconti brevi con premio in libri.
E’
indetta la quarta edizione del concorso letterario “Storie vagabonde”, la cui
partecipazione è aperta a tutti, purché maggiorenni, con opere aventi le
seguenti caratteristiche:
-
Sezione A: RACCONTI BREVI, della
lunghezza massima di 6.000 caratteri (titolo e spazi inclusi) a TEMA LIBERO
sia editi che inediti, anche già premiati in altri concorsi, ma non già
partecipanti alle scorse edizioni di questo concorso.
-
Sezione B: POESIA IN RIMA! L’elaborato
a tema libero deve avere una lunghezza massima di 30 versi, per un
massimo di 40 righe titolo compreso, sia poesie edite che inedite, anche
già premiate in altri concorsi, importante è che siano rigorosamente in rima.
Si
può partecipare ad entrambe le sezioni con un solo elaborato per sezione.
Verranno esclusi testi dal contenuto
offensivo, pedo-pornografico, razzista o che leda in qualche modo la dignità
altrui. Non si accettano opere dialettali.
La
PRESENTAZIONE degli elaborati avverrà tramite MAIL, in forma di
allegato, all’indirizzo
avendo
cura: di specificare nell’oggetto solo il titolo dell’elaborato e la sezione
a cui si vuole partecipare, di non aggiungere testo nella mail, di utilizzare
file solo in formato word e di nominare tale file come il titolo dell’elaborato.
Si raccomanda di non inserire dati anagrafici né all’interno del file, né
all’interno della mail. Vi verranno chiesti tramite mail in caso di piazzamento
utile. Non verrà inviata apposita e specifica conferma di ricezione, pertanto chi
volesse averla è pregato di flaggare la ricevuta di ritorno nel proprio invio.
Il
Concorso avrà inizio il 1 ottobre 2016 e il termine ultimo per la
presentazione degli elaborati è il 30 novembre 2016.
I testi che non rispettano i parametri
citati verranno esclusi fin da subito dal concorso senza obbligo di
comunicazione da parte della segreteria.
I testi che presentano errori
grammaticali grossolani ed evitabili, se ammessi al concorso, saranno
penalizzati con una riduzione nel punteggio finale, variabile a seconda delle
valutazioni della giuria. Si raccomanda di non presentare opere poco curate
nella forma e nella sostanza, di non presentare rime scontate ed elementari, ma
di avere a cuore la scrittura quale forma d’arte di valore e non come
passatempo (per quello ci sono le parole crociate).
La
giuria è così composta: Silvia Borghi (coordinatrice e organizzatrice), Candido
Bottin, Elios Tigrane, Elisa Irene Anastasi, Federico Sinopoli, Giusy Del
Vento, Laura Vargiu, Mauro Tonino, Pia Carmela Strafella, Roberto Roganti, Veruska
Vertuani. I giurati leggeranno ed emetteranno una valutazione entro il 15
gennaio 2017, la segreteria stilerà la classifica definitiva entro il 31
gennaio 2017.
I PREMI
per i primi tre classificati per ogni sezione consistono in:
-
Primo classificato: 2 libri editi dai
giurati.
-
Secondo classificato: 1 libro edito e 1 libro
auto pubblicato dai giurati.
-
Terzo classificato: 1 libro auto pubblicato
dai giurati.
I libri,
autografati, verranno spediti senza alcuna spesa a carico dei vincitori
all’indirizzo che ci verrà comunicato via mail. I vincitori verranno avvisati
sulla casella mail utilizzata per partecipare al concorso. In caso di mancata
risposta, i premi non verranno destinati ad altri piazzamenti.
E’
attiva una pagina face book che fungerà da quartier generale:
Storie vagabonde – concorso letterario
nella
quale pubblicheremo aggiornamenti, variazioni ed eventuali slittamenti di date.
Verranno pubblicati, inoltre, i titoli dei racconti ammessi al concorso man
mano che arriveranno alla casella mail, precisando in ogni caso che il numero
di “mi piace” non influirà sulla valutazione finale.
Infine,
l’organizzazione si riserva, in caso di buona riuscita del concorso, di
produrre in auto pubblicazione un’antologia dei migliori racconti, richiedibile
autonomamente dagli interessati con modalità che verranno specificate.
I
dati personali eventualmente comunicati (quali l’indirizzo di spedizione e
l’indirizzo mail) verranno utilizzati solo ai fini del concorso e non a scopi
pubblicitari e saranno messi a disposizione solo del coordinatore e dei giurati
per poter adempiere agli impegni presi verso i partecipanti.
Per
ogni altro tipo di informazione o chiarimento, potete usare
preferibilmente la messaggistica della pagina face book oppure la mail
scrivendo nell’oggetto INFO.
La
partecipazione al concorso implica l’accettazione del presente regolamento.
ASPETTIAMO LE VOSTRE
STORIE VAGABONDE!!!
Auguro a tutta la giuria un buon lavoro, ringraziandoli sin d'ora per l'aiuto enorme che mi danno. Invito tutti i partecipanti a non essere pigri e pavidi e in bocca al lupo a tutti!!!
Bye,
Sly
domenica 21 agosto 2016
Olimpiadi
Ciao!
Si concludono questa notte le Olimpiadi di Rio. Da ex sportiva agonista, ex allenatrice, ex tifosa da curva... per quanto sia piena di ex con lo sport, non potevo farle passare senza nemmeno un pensiero sul mio blog! :-)
Ovviamente non sono mancate le polemiche per i soldi spesi mentre ci sono brasiliani che vivono nelle favelas, ma anche per i soldi spesi dalla rai senza averne un ritorno alla pari e via dicendo. Ma meglio parlare di sport...
La nostra portabandiera per la cerimonia di apertura è stata la mitica Federica Pellegrini! Se lo meritava, per la dedizione che ha sempre messo negli allenamenti e nelle competizioni. Peccato che poi le sue gare non siano andate benissimo, ma l'età avanza per tutti e anche lei si trova le ragazzine agguerrite a farla penare! In generale il nuoto è andato male tenuto conto delle aspettative. Bene i 1500 stile uomini con Gregorio Paltrinieri primo e quasi record del mondo e Gabriele Detti terzo.
In compenso brave entrambe le nazionali, maschile e femminile, della pallanuoto: gli uomini terzi, le donne seconde. Bravi i ragazzi del volley, fermati in finale solo dai padroni di casa...
Male anche la scherma e il pugilato, seppure nella prima qualcosina è saltato fuori, mentre nel secondo il buio. Il buio anche in generale: è il mio sport e non mi è piaciuto. La boxe olimpica sta diventando sempre più una farsa, con giudici che giudicano male e atleti che boxano peggio, tirando sberle al posto dei ganci.
Di fatto, siamo bravissimi a sparare: tra tiri con l'arco e tiri con la pistola, abbiamo fatto un sacco di medaglie di quelle buone!
Ma bene Tania Cagnotto e francesca Dallapè nei tuffi! E soprattutto Tania da sola che stavolta si è presa il terzo posto, che quattro anni fa aveva perso sotto il naso, dietro solo alle cinesi. In compenso quarte per un pelo sono arrivate le brave ragazze della ginnastica ritmica... malino l'artistica invece.
E boh, chi si ricorda tutto, sono talmente tanti sport! E poi con il fuso orario le cose migliori passavano di notte e io c'ho 'na certa...
Posso solo ribadire il grave problema dell'Italia: non cura i vivai. In ogni sport, ci affidiamo al campione di turno e ci dimentichiamo di tutto il movimento. Così poi, tra un campione e l'altro - che abbiamo indubitabilmente - c'è il vuoto cosmico.
Comunque ogni olimpiade ha degli addii e delle nuove leve, che emozionano e toccano il cuore. Il bello dello sport!
Quindi stanotte tutto finisce: questa over dose di sport, che al momento ci ha quasi stufato, ma che da domani già ci mancherà! Finisce con la bellissima cerimonia di chiusura dove tutti gli atleti si riverseranno in un'area che diventerà multicolore grazie alle tute variopinte! Saranno ragazzi felici, in ogni caso, vincenti o meno, ma felici di esserci stati! Stanchi, con gli occhi luccicanti e desiderosi di rimettersi al lavoro!
Voglio ricordare non tanto il cinese che ha chiesto alla cinese sul podio di sposarlo... scusate, trovo la cosa molto tamarra... Voglio ricordare, dicevo, la coppia di francesi di colore, pugili entrambi, che nella loro categoria (lei 56 kg e lui +91) hanno vinto l'oro! Già me li vedo quando lo racconteranno ai nipotini e i nipotini li guarderanno, 'sti due vecchietti, e penseranno che sono impazziti! :-)
Buona vita a tutti!
Bye,
Sly
martedì 19 luglio 2016
L'estate del 2001
Ciao!
C’è questo modo dell’essere umano, di ricordare sistematicamente degli avvenimenti. Questo modo così asettico, che vuole togliere tutto quel cuore lasciato nei fatti allorché sono accaduti, riprenderselo per quel che ancora dovrà succedere. Ma nello stesso tempo la mente non vuole mollare del tutto, come se ogni avvenimento, ogni bordata d’emozione fossero cicatrici d’obbligo da tenersi addosso.
Così ogni anno, poi ogni cinque, poi ogni dieci… mai ci allontaniamo dai ricordi, sempre restiamo abbarbicati a quelle ricorrenze come se nell'assenza fossimo scoloriti. Chissà se lo saremmo davvero.
Così ogni anno, poi ogni cinque, poi ogni dieci… mai ci allontaniamo dai ricordi, sempre restiamo abbarbicati a quelle ricorrenze come se nell'assenza fossimo scoloriti. Chissà se lo saremmo davvero.
Sono passati quindici anni dall’estate rovente del 2001, per me un’estate calda anche di vita personale. Per tutti restano gli avvenimenti storici, di cui ricordiamo anche il lento trascorrere delle ricorrenze. Come i cani desiderosi di attenzione, che stanno lì a far gli indifferenti col muso a terra finché non li si guarda, e basta anche uno sguardo appena accennato che loro scattano in piedi convinti di essere stati chiamati in causa, così diventano certi ricordi dopo tanti anni: sbiaditi, ma solo perché momentaneamente ai margini del nostro campo mentale.
Ma è così difficile, nelle ricorrenze, non girare anche solo appena l’occhio, soffermarsi anche solo per un istante su come eravamo, su cosa ci ha segnati e spesso cambiati per sempre.Recenti studi hanno confermato che immaginarsi intensamente di innamorarsi, produce gli stessi effetti sul corpo dell'innamoramento vero. Dovremmo valutare questa cosa alla luce dell'intensità con cui le nostre memorie si riversano su di noi, spesso annientando ogni tentativo di scacciarle, spesso lasciandoci strascichi di nostalgia e rammarico tali da non riuscire più a distinguere quel che ormai è passato da ciò che ancora potrebbe succederci.
Ma è così difficile, nelle ricorrenze, non girare anche solo appena l’occhio, soffermarsi anche solo per un istante su come eravamo, su cosa ci ha segnati e spesso cambiati per sempre.Recenti studi hanno confermato che immaginarsi intensamente di innamorarsi, produce gli stessi effetti sul corpo dell'innamoramento vero. Dovremmo valutare questa cosa alla luce dell'intensità con cui le nostre memorie si riversano su di noi, spesso annientando ogni tentativo di scacciarle, spesso lasciandoci strascichi di nostalgia e rammarico tali da non riuscire più a distinguere quel che ormai è passato da ciò che ancora potrebbe succederci.
Personalmente sono riuscita a chiudere i miei ricordi di quell'estate scrivendoli. Ho scritto un libro riversandoci tutto quel che mi pesava sul cuore, liberandomi da catene inutili. E' servito, ma li ho chiusi in un cassetto di cui io ho la chiave e talvolta, ahimè, mi capita ancora di aprirlo e sbirciare dentro. Così, in questi giorni, che quindici anni fa sono stati il culmine di tutta la mia storica estate, tengo il cassetto socchiuso e mi arriva un raggio tenue di luce rosea, come di qualcosa di dolce che ancora non riesce a far pace con se stessa e mai la farà. E mai vorrò che sia così. E' anche questo un modo di sentirsi vivi, per chi - come me - ha vissuto il più della vita troppo presto e ora si chiede se aspettarsi ancora qualcosa dalla vita o se guardare gli altri vivere.
(Finale ad effetto, modello libro del settecento, perché faceva figo, ma tanto secondo voi me ne sto là a guardare gli altri io??? Ma per piacere....)
(Finale ad effetto, modello libro del settecento, perché faceva figo, ma tanto secondo voi me ne sto là a guardare gli altri io??? Ma per piacere....)
Sly
lunedì 28 marzo 2016
Ipocrisia letale
Ciao!
Periodo fecondo di stragi, questo. Un po' ovunque. Ma, si sa, l'ovunque non è uguale per tutti...
Attacco terroristico al giornale satirico francese Charlie circa un anno fa: mezzo mondo diventa Charlie. Attacco terroristico a Parigi qualche mese fa, mi pare una quindicina di morti: l'Europa si solleva (sempre in modo abbastanza patetico, ad esempio con marce di pace e profili facebook tricolori) indignata! Attacco terroristico a Bruxelles qualche mese dopo, una trentina di vittime, ma già sono finite le marche e le bandiere e si sente che qualcosa scricchiola, stride. Stragi a raffica in Nigeria, in Siria e chi più ne ha più ne metta: qualcuno pubblica la notizia, pochi la leggono e meno ancora la diffondono. Eddai, lo sanno tutti che l'informazione è manipolata e ci manipola: un'informazione mirata crea reazioni emotive mirate... eh!
Ma qualcuno fa presente che non ci sono morti di seria A e di serie B e allora tutti a commuoversi per la Nigeria, quando fino a due minuti prima magari l'aveva pure letta la notizia, ma era passata via come le altre.
E solo una premessa per giungere al nocciolo della questione: l'ipocrisia dilagante. Che trova il suo sfogo migliore nella morte e nella morte e sofferenza dei bambini.
Parliamoci chiaro: la morte è l'unica certezza che abbiamo sul futuro di ogni essere umano. Con tutta la nostra evoluzione e intelligenza presunta, ne abbiamo ancora paura? Ipocriti! Non è della morte che avete paura: è della sofferenza! Che siate credenti o meno, della morte non ha senso avere paura!
A prescindere da questo, la morte è una sofferenza per chi resta in vita: io lo capisco il dolore per la perdita di una persona cara. Se ci pensate: stiamo male anche quando portiamo la macchina che guidavamo da quindici anni a rottamare, quando perdiamo il nostro libro o cd preferito, ci mancherebbe che non si soffra per la perdita di una persona con la quale si sono condivise interazioni numerose e qualitativamente appaganti! Ma la sofferenza non può diventare tragedia ogni volta: siate in grado di accettare, soffrite e gioite di essere ancora vivi! Anche perché... Ipocriti! La sofferenza è vostra, la mancanza è vostra, non è altruismo nei confronti del morto, bensì egoismo per tutto ciò che vi è venuto a mancare!
E quindi ci colleghiamo ai morti giovani... ai bambini... Quando sento dare più importanza all'età del morto - a prescindere dal motivo del decesso - piuttosto che a morti di adulti mi prende orticaria! Certo, siamo d'accordo che il bambino è più indifeso rispetto ad alcune modalità, quindi è alle modalità che si deve prestare attenzione. Perché se scoppia una bomba in metropolitana non c'è differenza tra alti e bassi, grassi e magri, giovani e vecchi. Siamo tutti impotenti. Ma il bambino fa più notizia... Ipocriti! A nessuno dovrebbe essere data la possibilità di soffrire! Siamo una società dove un adulto che soffre è un peso, è qualcosa da evitare, da far finta di non vedere e poi, quando lo si trova ammazzato, tutti avevano intuito e pensato e notato che... ma... Un adulto sereno cresce dei figli sereni.
Poi quando uno muore, magari in un avvenimento di livello mondiale come gli ultimi attentati, diventa un martire anche se stava solo seduto a mangiare una pizza. Si scopre di colpo che, quando era in vita, aveva fatto un mese di volontariato! Orpo! Ipocriti! E dare un po' di soddisfazione, ma soprattutto di aiuto, alle brave persone quando sono in vita piuttosto che celebrarle da morte, vi è mai passato per la testa???
Non abbiamo più il senso del dolore. Non dico di diventare come le prefiche, che piangono a pagamento ai funerali di chiunque. Ma non dobbiamo nemmeno piangere i nostri morti come se fossero gli unici morti degni di pianto sulla faccia della terra! Dovremmo tornare ad avere un rapporto meno isterico e più interiore con il nostro dolore, comprensibilissimo seppur generato da egoismo peraltro umano. Dovremmo soprattutto avere un rapporto meno esclusivo con le parole "mio" e "nostro", capire che l'amore non si indirizza solo a chi fa parte del tuo stato di famiglia, ma al prossimo in generale. Che poi per questione di "ordine pubblico" e di gestione delle pratiche sociali ognuno si prenda cura materialmente dapprima dei propri congiunti, ci sta. Ma dimenticate per un attimo il vostro ruolo di facciata e pensate: perché quello che abitava al piano di sopra era un brav'uomo e finita lì, e invece per il vostro gatto vagate disperati svangando a tutti l'anima perché sia condiviso il vostro strazio?
Una volta, quando si era più ignoranti, si aveva un rapporto con le cose della natura molto più naturale e sano. Ora, con tutta la nostra superiorità intellettuale declamata (ma realmente dove sta?) stiamo esasperando i sentimenti, creando assurdità.
Non è con l'ipocrisia che salveremo il mondo. I sentimenti veri, l'energia che sottende ai nostri veri pensieri ed emozioni, passa oltre le facciate. La vera forza sta in quello che proviamo veramente e finché non ci sarà corrispondenza tra pensiero ed azione - anche a costo di sembrare cinici e aridi - nel mondo ci sarà sempre caos.
Bye,
Sly
giovedì 3 marzo 2016
Amoroso egoismo
Ciao!
Io ho quarantadue anni e non sono mamma. Quasi sicuramente non lo diventerò mai.
Quante volte mi è stato detto, spesso con sufficienza e disprezzo, che certe cose le puoi capire solo se sei madre. E che una donna si può sentire realizzata solo nella maternità, perché senza figli la donna non è nulla. Concetti espressi da donne come me, pure di una certa intelligenza.
Chiaramente non la penso così, a volte l'ho anche affermato con veemenza, ma poi ho capito che la questione forse era ribaltabile: puoi tu capire che, oltre all'avere figli, una donna può essere e sentirsi donna anche in altra maniera? Ma soprattutto, che una donna è innanzitutto un essere umano, a prescindere dal sesso di appartenenza biologico?
Premesso ciò, credo molto nelle regole della natura, che ci ha realizzati in un certo modo. Credo molto nelle regole biologiche, che ci portano ad avere reazioni e comportamenti regolamentati da una fisicità che va oltre il razionale (tu chiamali, se vuoi, ormoniiiiiiii). L'ideale, quindi, sarebbe accettare la nostra natura e valorizzarla grazie a quella cosa lì che noi abbiamo in più degli animali, che potete chiamare cervello, coscienza, mente, e che ci permette di migliorarci.
Invece così pare non essere. Usiamo le nostre capacità mentali per mercificare le nostre propensioni naturali. La mente da sola non riordina nulla, anzi. E' la natura a farci sentire in pace, se assecondata.
Ovviamente cotanta premessa è per arrivare alla maternità surrogata, tornata in auge in quanto in questi giorni un parlamentare italiano omosessuale è diventato genitore (1 o 2?) di un bambino nato da un utero in affitto. Ovviamente, siccome la legge italiana non lo permette, l'utero è di una donna americana, il seme non si sa (certo non di entrambi i genitori omosessuali) e la spesa è stata di 135.000 euro. A me, solo a scriverla 'sta cosa, fa schifo.
Le considerazioni che si possono fare sono ovvie: come si può abusare così dell'essere umano?, ma non potevano adottare uno di quei bambini già nati e abbandonati?, sia chiaro che questa cosa con le adozioni da rendere possibili anche alle coppie omosessuali non c'entra proprio nulla!
Che idea abbiamo realmente dell'amore? Se riusciamo ad amare solo il nostro figlio, il nostro cane, la nostra casa, il nostro lavoro, solo ciò che è nostro, non sarà mica amore questo! Se riusciamo a comprendere solo ciò che ci è capitato, sarà mica comprensione? Se sono omosessuale e purtroppo la natura non mi permette di procreare, se il mio amore è vero e sincero posso indirizzarlo comunque ad un bambino che non è mio ed è rimasto orfano, non solo ad uno su ordinazione con il colore degli occhi e dei capelli e della pelle che voglio io. E' amore questo?
Sono tutte forme di egoismo, a discapito di persone che, probabilmente disperate per personali difficoltà, si prestano a loro volta a snaturarsi concependo figli per altri.
E allora mi chiedo: tutte quelle donne e mamme che "inconsciamente" mi dicono che io non conto nulla perché non ho figliato, cosa mi dicono di tutto questo scempio della maternità?
Mi chiedo: è giusto vedere coppie (etero o omosessuali, non ha importanza), che sarebbero genitori perfetti ma non hanno abbastanza soldi, non poter adottare perché c'è un iter lungo e oneroso e non tutti se lo possono permettere?
Di pensieri che affiorano ce n'è tanti, rischierei di metterli troppo a casaccio. Ognuno sa riflettere per conto proprio e, anzi, è giusto che lo faccia. Ma appunto riflettiamo: su cosa sia la natura delle cose, su cosa possa essere l'uso sano delle nostre capacità, su cosa sia la coerenza nei nostri pensieri. Ma soprattutto, e non mi stancherò mai di scriverlo, su cosa sia veramente quel sentimento chiamato AMORE che troppo spesso confondiamo con il puro egoismo.
Bye,
Sly
domenica 31 gennaio 2016
Risultati finali Concorso letterario STORIE VAGABONDE
Ciao!
Si è conclusa la TERZA edizione del Concorso letterario STORIE VAGABONDE, da me ideato, organizzato, condotto, ecc.ecc. Ovviamente con la fantasticerrima collaborazione dei miei giurati: Antonio Maoggi, Candido Bottin, Elisa Irene Anastasi, Federico Sinopoli, Manuela Magi, Mauro Tonino, Pia Carmela Strafella e Veruska Vertuani! Grazie mille!
E grazie anche ai concorrenti: 58 racconti brevi per la sezione A e 13 testi teatrali per la sezione B. Subito le posizioni di rilievo e poi qualche considerazione!
SEZIONE
A – RACCONTI BREVI
1° La strana ombra di Susanna Boccalari
2° La musa della mia povera penna di Beatrice Fiaschi
3° Lo stesso vento di quella notte di Annamaria Barone
4° Figlia delle nuvole di Enrico Costantini
5° Interno 3/b di Giacomo Traina
6° Veli di nostalgia di Annalisa Pasqualetto Brugin
7° Caro padre vi scrivo di Moreno Tonioni
7° Caro padre vi scrivo di Moreno Tonioni
8° Il problema di Renzo Semprini Cesari
9° Dieta di Lodovico Ferrari
9° Dieta di Lodovico Ferrari
10° Una ragazza, una pistola di Luigi Leo
11° Professionisti border-line di Elso Avalle
12° La partenza di Laura Vargiu
13° Mezze misure di Niccolò Cannata
14° Il Genio di Antonio Tarallo
15° Opportunità di Glenda Heidebrunn
Menzione d'onore alle posizioni dalla quarta all'ottava.
SEZIONE
B – TESTI TEATRALI
1° Se il divano Alvros in vendita all’Ikea... di Lodovico Ferrari
2° La pecora e la ciminiera di Laura Vargiu
3° Madre senza maschera di Cristina Giuntini
4° Tre baci di Massimo Alvau
Menzione d'onore al quarto classificato.
Da un punto di vista di punteggio, le prime posizioni sono tutte molto vicine, ma una classifica doveva pur esserci!
In questa edizione avevamo raccomandato i concorrenti di prestare più attenzione alla grammatica e agli errori di distrazione, di metterci insomma un po' di cura nel proprio lavoro. E così è stato, bravi! Quindi una qualità tecnica dei testi migliore rispetto alle scorse edizioni. E' mancato il botto emotivo... come dire, quella cosa che quando la leggi ti viene la bavetta perché ti ha preso, la bocca ti si trasforma in un "OOOOOH!" e perdoneresti anche l'errore di grammatica più grossolano! Non è necessariamente un'osservazione negativa, ma personalmente credo che sia ciò che serve per fare il salto da scrittori ad autori!
Infine speriamo sempre che per le prossime edizioni ci siano più temerari che partecipino alla sezione B, che è sempre un po' pazzerella! Orsù, osate!
Ora prepareremo gli attestati, che verranno inviati via mail, e i premi, che ricordo essere dei libri scritti dai giurati. A seguire uscirà l'antologia con i racconti presenti nella classifica sopra pubblicata. Ricordo che la partecipazione al concorso è gratuita, che i giurati non percepiscono compenso, ma anzi mettono a disposizione i loro libri e la loro opera gratuitamente e, infine, che l'antologia sarà reperibile sul sito ilmiolibro.it a prezzo di costo, quindi nessun euro finirà nelle mie tasche. Mi pareva giusto farlo presente, ecco.
Ancora complimenti ai vincitori e... alla prossima edizione! Seguiteci sulla pagina facebook!!!
:-D
Bye,
Sly
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