Ciao,
non è facile che un libro mi faccia commuovere, questo ci è riuscito. Di seguito la recensione.
SONO MAMADOU di Daniele Benvenuti
Quando Daniele Benvenuti, scrupoloso e prolifico
giornalista e scrittore, mi chiese di partecipare con un mio contributo a
questo libro, non avevo ben compreso la figura di Mamadou Sy. Che era un pugile
e che era venuto a mancare troppo giovane l’avevo capito, ma leggendo l’intero
libro ho scoperto un mondo di amicizia, aiuto reciproco, riconoscenza e tanto
tanto cuore.
Si dice che i friulani siano freddi. Si dice che la
boxe sia uno sport cruento. Si dice che i clandestini siano il problema dell’Italia.
Mamadou e la sua storia riescono a farci capire quanto si possa e si debba
andare oltre ai luoghi comuni, riscoprendo un cuore e un sorriso in ogni anima
e in ogni situazione.
Difficile non commuoversi leggendo la sua storia,
raccontata con maestria e colore da Daniele, in un tributo emotivamente dovuto
perché fortemente voluto, e che si estende a tutte quelle persone che, aiutando
Mamadou, hanno scommesso nell’amore e hanno vinto.
Il Nostro, come viene spesso chiamato dall’autore, è
un ragazzo senegalese, che a diciotto anni decide di raggiungere l’Italia in
uno dei tristemente famosi barconi. Ce la fa e vi entra da clandestino,
scegliendo Trieste come punto di partenza e restandoci poi per i successivi
otto anni. Dopo varie peripezie, tra cui anche qualche decreto di espulsione,
arrivano i primi aiuti da parte di una famiglia triestina, di un dentista e di
altre buone anime. E arriva anche l’aiuto dello sport, con la boxe e la
palestra Audace. L’animo di Mamadou lo si può leggere nel suo fantastico sorriso.
Il ragazzo diventa fratello, amico, figlio, ricambiando senza riserve ogni
fiducia in lui riposta.
Purtroppo a soli ventisette anni, per una banale
caduta, Mamadou ci lascia. Ma di lui resta tutto nei cuori di coloro che lo
hanno conosciuto. E anche di quelli che leggeranno questo libro, ne sono certa.
Mi è piaciuta l’idea di Daniele di far, in un certo
senso, continuare a vivere Mamadou nel racconto finale, regalandogli qualcosa
che avrebbe apprezzato e che a tutti noi avrebbe fatto piacere accadesse. Un
match di boxe che, si sa, può parafrasare una vita intera.
Vi consiglio di leggere questo libro: perché è scritto
bene, perché ci sono tante cose belle da conoscere e capire, perché i proventi
andranno all’associazione Mamadou Sy e alla famiglia del ragazzo facendo sì, in
qualche modo, che il suo sorriso non si spenga.
Sly
Ciao Mamadou!
Bye,
Sly