Chi è morto non soffre più...
Ciao!
Credo sia inevitabile portare il pensiero almeno un secondo sulle bombe esplose lunedì alla maratona di Boston. A prescindere dal movente.
Però lo voglio fare a modo mio.
Quando accadono tali tragedie il pensiero di tutti va ai morti. Certo, che ci sia tra loro un bambino di 8 anni mette a disagio. Ma non ci sono morti più importanti o meno importanti.
Soprattutto non ci sono per i vivi. Perché è a loro che io voglio pensare.
AI VIVI. Al padre di quel bambino di 8 anni che non vedrà suo figlio venirgli incontro al traguardo.
Ma soprattutto a tutte quelle persone che si sono alzate felici al mattino per andare a correre amatorialmente una maratona, e sono rientrate la sera senza gambe. Questo non ha senso. Nessuno ha il diritto di amputare o reprimere un'altra vita umana. Né fisicamente. né emotivamente.
Un saluto ai morti, un abbraccio AI VIVI. Io soffro e m'incazzo di più per questi ultimi.
Bye,
Sly
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