mercoledì 29 settembre 2010

la (s)cultura

Ciao!

"Genitori, voi avete fatto la mia infelicità e anche la vostra" questa frase è contenuta nel racconto di Artuhr Rimbaud dal titolo Notte dell'inferno. Ho letto Rimbaud e Baudelaire da adolescente, a quindici o sedici anni. A quell'età ho cominciato anche a leggere i classici e un sacco di altra roba più o meno importante. A 19 o 20 sono capitata su "Castelli di Rabbia" di Baricco e ho cominciato a trovare la mia dimensione.

Ma prima. Prima. Quando ci si fa una specie di base, quando si cerca avidamente nei libri la risposta a tutti i nostri interrogativi adolescenziali, quando i genitori sono dei nemici e ascoltiamo solo altri per partito preso. Prima, io ero arrabbiata. Arrabbiata e inconcludente.

Più passano gli anni più si studia, fioccano le lauree e ormai quasi chiunque si diploma. Ma la cultura vera sta scomparendo. Quello che invece è già scomparso da un pezzo è la saggezza. Quando leggo pensieri come quelli di Krishnamurti, non posso fare a meno di condividere che la cultura non porta felicità. Il pensiero va inevitabilmente al luogo comune "Benedetta ignoranza!", perchè l'ignorante per antonomasia è spensierato e superficale, non penetra le situazioni e i problemi e ne resta fuori.

Più passano gli anni più ci si imbottisce di una cultura effimera, fatta di traguardi tecnici e vuoti e di pezzi di carta che certificano gli anni persi. Quanti miei coetanei hanno letto i classici a 15 anni? Quanti ragazzi di oggi conoscono i classici? Ma nemmeno Il giovane Holden di Salinger hanno mai sentito!

Sto leggendo in questi giorni la vita di Che Guevara, poco tempo fa ho letto quella di Madre Teresa. Non sto a discutere le ideologie politiche o le religioni da professare, ammiro invece la forza di volontà, la determinazione, il carattere. Cultura o non cultura era gente che agiva.

Agire, non reagire, esorta Krishnamurti! Il problema non è l'allievo o il figlio, ma il maestro o il genitore. Perchè, oltre alla cultura con cui scavate solchi difficili da rimarginare nella nostra anima, non ci insegnate a vivere felici? Perchè ci imbottite di luoghi comuni, di regolette inutili, di rabbia e di orgoglio, di pregiudizi e di preconcetti e non ci fate essere come siamo?

Io non sono mamma, ma sono un'istruttrice. Io non voglio macchine, automi, burattini. Voglio uomini e donne. Non voglio persone abbienti, le voglio felici. Non voglio atleti da medaglia d'oro e il cuore di piombo, voglio atleti di ferro dal cuore d'oro.

Il silenzio della mente. Quando ho difficoltà a ricrearlo mi tornano in mente frasi rabbiose. Quando il mondo mi disturba e mi toglie dal mio mondo interno mi sento cattiva. E non mi sento in colpa per esserlo. Ma non mi piace.

Bye,
Sly

2 commenti:

Aliza ha detto...

cara Silvia mi piaci proprio perchè sei "pensante e parlante" capisco i tuoi stati d'animo perchè sono i miei anche oggi (a volte) e mi stupisco di vedere un'adolescente in me...e anche in te vedo l'adolescente che cerca il senso della vita. Se tutto quello che facciamo, leggiamo, ecc. non ci serve a trovare il senso della nostra vita, nulla serve. Posso dirti la mia esperienza ad un certo punto ho smesso di cercare con la mia testa e ho iniziato ad osservare i fatti cioè ho cercato da dove viene la vita, chi la muove, un disegno d'amore come dice qualcuno o il caso nudo e crudo?? mettendo insieme i pezzi del puzzle ho trovato la mia risposta. Continua la tua ricerca perchè chi cerca trova, tu sei fortunata perchè hai la forza ad il coraggio di cercare, chi non cerca e si lascia vivere ha paura delle difficolta della "ricerca" e dichiara No Problem, ma non è così
e allora vai!! a cercare cose per riempirti la vita...ciao spero di non averti scocciato ma vista l'ora, le 6 di mattina ho deciso di risponderti sinceramente non sù e sù. Ora mi vesto e vado a camminare in riva al mare visto che sono ancora aJesolo a fare la badante di mia suocera. Un bacione

oceanomare ha detto...

altro che disturbata! questo è un bellissimo commento! Hai ragione: bisogna cercare e trovare l'amore, quello vero. Amore inteso in senso lato e intimo. A volte dispiace vedere tanti tagazzi che fanno passare gli anni più belli senza un senso... forse eravamo anche noi così e non ce ne accorgevamo? Non credo, ma io proverò sempre a scuoterli nel mio piccolo, perchè anche solo uno su cento ma almeno quell'uno possa vivere sereno/a!
Evviva il mare e la spiaggia, goditeli che ti mettono in pace con il mondo in ogni caso ;-)