Ciao!
Prende sempre più
piede il tema del referendum imminente. Devo dire che, dopo parecchi anni in
cui ho deciso di non esercitare il mio diritto di voto, questa volta ero quasi
tentata di presentarmi al seggio con la mia bella scheda elettorale (bella in
quanto mai usata e ancora nuova). La tentazione è durata poco: passo anche
questo turno!
E’ vero che ormai
abbiamo muratori che sono espertissimi di trading on line, ma è anche vero che
poi vengono a farti la malta e dopo un anno ti ritrovi i buchi… Cosa voglio
dire con questo? Che io cittadino pago tasse con il mio lavoro e con i miei
acquisti per stipendiare delle persone che al mio posto dovrebbero
rappresentarmi nel sistema politico, persone che dovrebbero essere oneste,
serie e competenti in materia, così da affrontare e prendere decisioni mirate
su argomenti tecnicamente specifici. Perché mai queste persone ora mi devono
trascinare ad un referendum al posto loro? Cosa ne so veramente io,
muratore-architetto-sarta-bancario-commessa-disoccupato-immigrato, a cosa
effettivamente vado incontro con l’abolizione del senato?
Io capisco i
referendum sul divorzio, sull’aborto, sulla droga, sulle mezze stagioni, ma un
referendum che mi va a modificare un elemento inviolabile come la Costituzione
Italiana non lo trovo onesto. Sembra tanto, sembra eh…, uno scaricare una
futura eventuale colpa di comportamenti ambigui dei suddetti politici su un
popolo manovrabile e manovrato, per poi poter dire “L’hai votato te!”.
E’ sufficiente
leggere le motivazioni di chi vota no: mica perché la riforma non gli aggradi,
ma solo perché l’ha proposta quel Renzi
là, che poi arriveremo ad un’altra dittatura! Io non dico mica che non sia possibile, che
ne so, in un secolo e mezzo di unità d’Italia han fatto tante di quelle cose
assurde alle nostre spalle! Ma se un sì o un no ad un referendum deve
somigliare ad un voto di sfiducia al governo in carica… lo fai fare ad un
gregge di pecore? Che ti vota sì o no a seconda dello stupido bonus che hai
dato ai diciottenni se ne ha in famiglia, se no il problema non si pone. Siamo
sinceri, noi italiani siamo così.
E poi sento persone
riempirsi la bocca di locuzione come “Votare è un dovere!” e se gli chiedi
allibito “Dovere???” ti rispondono “Sì, dovere morale!”. Gente che si sveglia
solo nel weekend del referendum, poi la moralità e l’etica vanno a finire sotto i tacchi (e qua potremmo aprire
un dibattito infinito su cosa sono poi morale ed etica, ma evitiamo).
Come dite? E’ ora
di svegliarsi? E’ ora di essere persone serie e responsabili? Cominciate dalle
vostre vite, dai rapporti umani di tutti i giorni, dal vostro lavoro e da come
lo vivete. La dignità non si costruisce votando sì o no ad un referendum nel
quale ci hanno incastrato. La dignità non si costruisce partecipando solo alle
battaglie che riguardano i nostri problemi e quelli degli altri li liquidiamo
con un “poveretto”.
Poi sia chiaro,
rispetto chi andrà a votare e anche rispetto chi si sente orgoglioso di questa
opportunità. Rispetto per chi, al di là delle regolette, delle frasi fatte, di
ciò che legge su internet, si fa una propria idea, anche “sbagliata”, anche
inesatta, anche balorda, ma una propria idea e la porta avanti, anche
attraverso il referendum. Anche.
Prima di chiudere,
vorrei aprire una parentesi: i tempi cambiano, è giusto evolversi e se
guardiamo la storia evoluzione c’è stata. Con molta fatica in un paese come il
nostro ancorato, aggrappato, abbarbicato al vecchio, peggio di una cozza allo
scoglio. Avremmo potuto evolverci di più e meglio se solo fossimo stati più
coraggiosi. E non mi sto riferendo ad un votare sì o no, mi sto riferendo ad un
atteggiamento tutto italiano con cui purtroppo abbiamo e dovremo sempre fare i
conti, Europa o non Europa. Perciò, non si capisce perché un canone Rai me lo
trovo in bolletta senza referendum e senza particolari proteste, ma un cambio
sostanziale e tecnico della costituzione debba essere deciso su basi emotive di
persone impreparate ed esauste.
Bye,
Sly
p.s. le idee espresse in questo post sono idee personali, probabilmente frutto di conoscenze sbagliate e pertanto si accettano giustificate critiche, anche al fine di correggere tali idee in quanto errate, non in quanto diverse dalla vostre.