martedì 8 ottobre 2013
Manuale d'uso: parcheggiare l'auto
Ciao!
Affronteremo quest'oggi il tema delle manovre di parcheggio di un'auto.
Innanzitutto, definiamo gli elementi del contendere:
-AUTO: oggetto solido, pesante e rigido, tridimensionale e di forma rettangolare. Si sposta per mezzo di ruote.
-RUOTE: presenti per lo più in numero di 4, sono anch'esse solide e rigide, ma essendo ovoidali roteano... permettendo lo spostamento nello spazio dell'auto. Opportunamente manovrate da un soggetto chiamato conducente (più sotto definito) permettono ampia capacità di forme di trasferimento di materiale solido senza trucco e senza inganno.
-CONDUCENTE: persona maggiorenne, che all'interno dell'auto tramite un volante aziona a proprio piacimento, ma soprattutto a propria utilità, le ruote dell'auto.
-MARCE: oltre alle 5 marce standard, che però dalla seconda alla quinta non servono per manovrare, grazie a dio hanno inventato anche la retromarcia!
Passiamo ora a due esempi pratici:
-PARCHEGGIO DI MUSO: tale tipo di parcheggio sembra apparentemente il più semplice al neurone del conducente, ma così non è. Purtuttavia il conducente spesso vi si accanisce... e non si piega facilmente ad innestare la retromarcia per ripetere la manovra. Quand'anche dovesse capitolare, dopo aver guardato l'oggetto (albero, altra macchina, muretto, lampione, marciapiede) situato alla sua sinistra in modo torvo come se fosse esso ad avvicinarsi in modo errato, il conducente però sarà restio a modificare le proprie percezioni spazio-temporali ed eseguirà nuovamente la manovra con le stesse coordinate della precedente.
-PARCHEGGIO DI CULO: tale tipologia di parcheggio s'usa solitamente per posizionare l'auto ai lati della strada all'interno di uno spazio di solito occupato da altre auto. Il primo ostacolo che incontra il neurone del conducente si traduce in un pensiero che potremmo riassumere in: "Ci starò?". La maggior parte delle volte lo pensa un conducente di Ka dove ci starebbe pure un autoarticolato... Il secondo problema si può riassumere invece con il pensiero: "Da che parte devo girare le ruote?" e mentre viene fatto un tentativo al rovescio raramente ci si accorge dell'errore prima di aver usato in modo improprio e impulsivo-ossessivo la retromarcia finendo per trovarsi incastrati irrimediabilmente. A dispetto delle apparenze, questo parcheggio è il più semplice. Fatto verso destra riesce meglio, fatto a sinistra le coordinate si smarriscono nella sudorazione eccessiva del neurone affaticato. Si ricorda inoltre che, essendo il neurone maschio, fa una cosa alla volta: quindi mentre sta attento alla macchina avanti e a quella dietro (e già siamo al limite del tilt) non riesce a considerare marciapiedi o pedoni in movimento.
Consigli utili:
-non fatevi prendere dal panico
-rivedete le vostre posizioni, non siate troppo rigidi...
-usate la retromarcia con rispetto
-ripassatevi qualche legge della fisica
-ricordatevi che le ruote girano, ma anche ruotano...
Precisazioni: il neurone è maschio, ma (ahimé, siamo sinceri) la maggior parte dei conducenti disperati è femmina!!!
:-D
Bye,
Sly
p.s. post scaturito oggi dopo aver assistito a tali manovre all'interno di un parcheggio... una tipa stava eseguendo il parcheggio di culo a ruote dritte... quando l'ho guardata facendo cenno di sterzare, mi ha sorriso e se n'è andata... forse il gesto le sembrava brutto...
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