lunedì 29 ottobre 2012

Calore

Ciao!

Non amo citare altri autori nel mio blog, penso di sapere e dovere usare parole mie. Ma a volte è doveroso e a volte è necessario! Gibran inquadra entrambe le situazioni! Ma soprattutto le parole ti vengono a cercare e, quando ti trovano, non vanno lasciate andare...

CALORE

Sono nel bisogno, sì,
nel bisogno più disperato,
ma non d'oro e d'argento.
Ho bisogno di un rifugio.
Ho bisogno di un luogo
ove posare il capo e i pensieri.
Ho cercato in ogni locanda,
e ho bussato a ogni porta,
ma invano.
Sono entrato in ogni negozio,
ma nessuno si è dato pena di servirmi.
Non sono affamato: sono ferito.
Non sono stanco: sono deluso.
Non cerco un tetto: cerco una dimora umana.
Ho bussato alla tua porta mille volte,
e non ho ricevuto risposta.

Bye,
Sly

sabato 20 ottobre 2012

Remembering SIC


Ciao!

Domani si correrà il GP di Sepang, dove circa un anno fa Marco Simoncelli perse la vita e ci lasciò orfani del suo sorriso.

In quei giorni  ho maturato delle parole, che oggi ho cantato in una breve canzone. Un saluto a lui, ma soprattutto ai suoi genitori, che stanno soffrendo più di tutti, e ai suoi amici.

http://www.youtube.com/watch?v=8deZbkngDxk

TESTO

Goodbye my friends
forget my face but remember my smile
Goodbye my friends
please forget me but remember my life

C'era qualcosa
c'era la luna
regalami una rosa
prestami la fortuna

C'era il sole stanco
un letto vuoto accanto
guarda il cielo
che strazio che veleno

Goodbye my friends!

Bye,
Sly

domenica 14 ottobre 2012

Sincerità, ovvero come scoprire il petto e farsi colpire


Ciao!
Guardo sempre le persone negli occhi quando ci parlo.
Lo faccio d’istinto, lo considero un segno d’attenzione e di sincerità.
Anche per questo odio i telefoni, dove non vedo chi mi ascolta come mi considera e nemmeno io riesco a farmi vedere e capire.
Adoro esprimermi con le parole, ma ancor di più rafforzare il significato con l’espressione del volto. A volte correggere le parole stesse, che non sempre escono come uno vorrebbe.
Non so fingere.

Eppure ci sono delle situazioni in cui abbasso volutamente gli occhi, distolgo lo sguardo dal mio interlocutore. Succede quando lo sdegno che provo per costui o costei, persona meschina o semplicemente ottusa, non mi permette altra soluzione che mangiarmi tutto quel veleno. Non posso sputarlo o non servirebbe. Così abbasso gli occhi per non fargli vedere quanto mi sento brutta a provare certi sentimenti. Che egli stesso m’ispira, ma di cui non si prende paternità alcuna.

Quando non riesco a scambiare lo sguardo non è per vigliaccheria, non è per cedere le armi al più arrogante o maleducato. E’ solo per cercare di non alimentare un tarlo che mi uccide dentro. Per non regalare ai porci le uniche perle che un cuore può far brillare.

Bye,
Sly