giovedì 23 marzo 2017
Il metro della qualità
Ciao!
Non è facile misurare il valore di un servizio. Un oggetto ha dei parametri più o meno verificabili, ma un servizio si basa spesso anche su un risultato futuro e incerto. Dipende da molti fattori concatenati e può essere svolto in modi differenti e con visioni mentali diverse.
Allora che fare? Siamo una società che fonda il metro di misura sul soldo. Tutto vale a seconda di quanto viene fatto pagare. Più mi chiedi, più sei bravo. In teoria. Ma in pratica potrebbe essere: più mi chiedi, più sei "furbo".
Nei periodi di crisi economica come il presente (crisi reale o apparente?, ndr) il vero "furbo" pare essere quello che chiede meno soldi per fare la stessa cosa. Certo, se per esempio ci caliamo nell'edilizia, più lavori riesci a fare, più materiale compri e meno ti viene a costare, quindi riesci ad abbassare un po' i prezzi. Ma quando il prezzo è un po' troppo stracciato... poniamoci una domanda: che qualità di materiale viene usato?, fra quanto tempo dovrò rifare il lavoro?, per quante volte?, alla fine ho speso di più o di meno?
Tutte domande che lasciano il tempo che trovano, dal momento che metà imprenditori di queste ditte sono nel frattempo già falliti, scomparsi, emigrati in Nicaragua.
Quindi quegli imprenditori onesti, che ti espongono un preventivo più alto a fronte di un lavoro duraturo, vengono penalizzati nella loro professionalità per colpa del soddisfacimento primario immediato: spendere poco. O falliscono pure loro o per sopravvivere si adeguano.
Ecco quindi che il livello generale si abbassa. E se questo accade in ambiti come l'edilizia, figuriamoci quando ci si sposta nell'ambito dei servizi, che di materiale non offrono nulla e i cui risultati hanno un orizzonte temporale più lungo.
Siamo un paese dove le cause legali inutili e dispendiose aperte e in corso nei tribunali si moltiplicano come Gremlins, solo per il gusto di dire "Ti denuncio!" e vedere negli occhi del tuo avversario il terrore! Che poi terrore ormai non è più, perché anche questa pratica si sta inflazionando e tutti denunciano tutti, chiunque si prende la briga di avere un avvocato per sentirsi più forte.
E' chiaro che in un mondo dove non è importante il senso del servizio che si offre, ma il senso di potenza che ne deriva, pagare poco diventa sinonimo di un fare facciata. Tirare avanti sperando che regga il più possibile. Come dare una mano di bianco ogni due anni, invece che una bella pitturata con antimuffa e pitture adeguate, e più costose, ogni dieci...
Allora se invece di nascondere la testa sotto la sabbia di crisi economiche, cominciassimo a lavorare meglio, tornando a specializzarci, ad avere quella professionalità e ad apprezzarla moralmente ancor prima che economicamente, forse non ci sarebbero i troppo ricchi e i troppo poveri, ma una condizione economica equa per tutti, MERITATA, di crescita sociale.
Mi è venuto da scrivere tutto ciò in conseguenza alle più volte ripetute richieste di abbassare gli stipendi dei parlamentari. Per carità, che molti tagli si possano fare (anche sul numero, ndr) siamo d'accordo, ma di equiparare il loro stipendio a quello di un normale lavoratore mi sembra sbagliato. Preferirei, invece, pagarli come adesso, ma vedere quelle poltrone occupate, innanzitutto, e poi occupate da professionisti, da persone che ci faranno vivere meglio, che faranno crescere questa società per il bene della società e non per il proprio.
Preferirei pagare il doppio degli stipendi attuali un Gramsci o un Matteotti, che pagare come un operaio un Razzi o un Alfano (senza riferimento specifico allo schieramento politico, ndr). E che Beppe Grillo torni a fare i miliardi facendo il provocatore fuori dalla politica.
Bye,
Sly
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